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il mercoledì 19 aprile 2006 alle 09:57 - pubblicata da 19 anni
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Strage di Fragheto. Riaperte le indagini della Procura militare

Le ricerche condotte dalla Provincia di Pesaro e Urbino in collaborazione con ISCOP e Biblioteca Bobbato hanno portato alla riapertura dell'inchiesta sulla strage del 7 aprile 1944 in cui persero la vita 30 civili inermi

Autore: a.bianchini

Origine:

Nella ricorrenza del 62° anniversario della strage di Fragheto la Provincia di Pesaro e Urbino ha ribadito la volontà di proseguire il proprio impegno perché l'atroce avvenimento venga degnamente ricordato e sempre maggiormente conosciuto e studiato.
Lo sforzo messo in campo dalla Provincia in collaborazione con ISCOP e Biblitoeca Bobbato, in occasione del 60° anniversario della Liberazione con il progetto "Sulle tracce della libertà" non si è, infatti, fermato, proprio perché l'impegno e la progettualità messa in atto in questi anni non mirava a vuote o “dovute” commemorazioni retoriche ma ad attivare delle azioni concrete che giungessero ad una svolta nella conoscenza delle cause e dinamiche effettive dell'episodio.
Ci si è mossi quindi in due direzioni da una parte attivando canali di ricerca nazionali e internazionali, attraverso esperti, perché si giungesse ad una verifica approfondita e precisa delle fonti oggi disponibili e della verità storica che da esse emerge; dall'altra coadiuvando, coordinando e favorendo la ricerca di storici del territorio che in collaborazione con l'associazione il Borgo della Pace e le amministrazioni locali, gli Istituti storici della Resistenza si sono attivati perché la memoria locale dei sopravvissuti, i ricordi, i documenti prodotti da quelle comunità rimanessero memoria viva per tutto il territorio.
Le ricerche storiografiche coordinate dal dott. Andrea Bianchini e condotte in Germania, Inghilterra e Stati Uniti dal dott. Carlo Gentile hanno portato a concreti e notevoli risultati. Gli esiti documentari delle ricerche sugli archivi internazionali, che per la prima volta identificano con esattezza il reparto che ha compiuto l'azione con i relativi nominativi dei graduati implicati nell'opera di rappresaglia, sono stati di recente consegnati dall'avv. Lorenzo Valenti alla Procura militare di La Spezia, che accogliendo la richiesta della Provincia e del Comune di Casteldelci, ha riaperto il fascicolo legato al massacro nazifascista per cinquant'anni insabbiato nel cosiddetto “armadio della vergogna”.
Nel ribadire la piena fiducia nell'impegno che la procura militare e il dott. Marco De Paolis, che si occupa delle indagini, profonderà nella valutazione delle responsabilità penali dei capi dei reparti tedeschi che hanno deciso la strage, ci si augura che l'azione giudiziaria contribuisca ulteriormente a fare luce sulla tragica vicenda.
La Provincia e gli storici hanno quindi contribuito in maniera determinante a che le autorità giudiziarie si riattivassero per espletare le indagini necessarie. Da queste, oltre che un esito di giustizia, ci si attende anche il reperimento di nuovi riscontri e documentazione che permettano ulteriori studi e approfondimenti su quei tragici fatti.
La finalità delle ricerche condotte fino ad ora, al di là degli esiti giudiziari, è quella di giungere a scrivere parole di verità sul quel periodo storico e sui drammatici fatti che lo contraddistinsero, basi indispensabili per promuovere una solida conoscenza storica in tutta la comunità provinciale ed in particolare nei giovani, attraverso specifiche ed efficaci attività didattiche e divulgative. Ciò nella convinzione che sia questo il modo migliore e più giusto per ricordare i tanti cittadini inermi che, come purtroppo tanti altri in Italia e in Europa, persero la vita per colpa di un'inumana pratica e visione del mondo, quella nazifascista.