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Lotte sociali e riorganizzazione del sindacatoLotte sociali e riorganizzazione del sindacatoLotte sociali e riorganizzazione del sindacato

Lotte sociali e riorganizzazione del sindacato a Pesaro nel dopoguerra - Massimo Ludovici

(in Dal tramonto all'alba. La provincia di Pesaro e Urbino tra fascismo, guerra e ricostruzione, a cura di A. Bianchini e G. Pedrocco, Clueb, Bologna 1995)

Introduzione

"Io sono stata a Milano, alla Scala [...] La prima volta che a sò gita alla Scala a Milano...io ho pianto. E ho detto: se 'n c'era Lenin e Togliatti mé a chè a 'n c'era stasera. Perché quelli che hanno aperto le porte alla classe operaia, crescere un pochino, no...È vero o no questo [...] Grazie a loro la classe operaia si È sollevata dal giogo dei padroni".

Nel ricordo di questo episodio apparentemente marginale della vita di Rosina Frulla, staffetta partigiana poi vivace e coraggiosa militante sindacale negli anni della ricostruzione materiale e democratica di Pesaro (), c'è il simbolo che racchiude la faticosa ma straordinaria esperienza di emancipazione individuale e collettiva vissuta da un'intera generazione nel secondo dopoguerra. La partecipazione allo spettacolo del "Nabucco" di Verdi - opera, lo ricordiamo, di particolare intensità emotiva che evoca in chiave allegorico-risorgimentale il riscatto del popolo ebraico e dell'eroina Fenena, figlia inconsapevole del re di Babilonia Nabucco, dalla schiavitù babilonese - nel tempio nazionale della lirica ("un sogno della mia vita entrare alla Scala"), assurge evidentemente a emblema e corollario di un percorso di liberazione che, al di là dei riferimenti politici, viene rivendicato con orgoglio come il frutto di un impegno quotidiano di sacrificio e di lotta: "mè a sò ma chè, perché a iò luttè par podè arrivè ma chè!"(...).

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