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Il movimento cooperativo nel dopoguerraIl movimento cooperativo nel dopoguerraIl movimento cooperativo nel dopoguerra

Il movimento cooperativo nel dopoguerra - Andrea Bianchini e Silvia Terenzi

Introduzione

La guerra, la Resistenza e il passaggio del fronte da parte delle truppe alleate costituiscono uno spartiacque tanto profondo quanto improvviso, una cesura periodizzante fondamentale.

La provincia di Pesaro e Urbino, a causa della sua collocazione strategica, viene attraversata dalla Linea Gotica e quindi investita in forma particolarmente violenta dalle distruzioni del conflitto. La dura battaglia che caratterizza la liberazione di questa zona ha largamente provato la popolazione lasciando un territorio sconvolto in tutti i comparti. Le vie di comunicazione risultano capillarmente demolite e rese largamente inservibili, con ponti saltati, interi tratti divelti o minati. Lo stesso vale per porti e linee ferroviarie. La condizione abitativa già assai precaria durante il regime fascista, per quanto riguarda la maggioranza della popolazione rurale, risulta ora in stato di assoluta emergenza con i maggiori edifici del capoluogo, e non solo, bombardati, saccheggiati.

Le pochissime attività industriali concentrate in larga parte sulla costa hanno subito danneggiamenti irreparabili o si trovano in condizioni di non poter riprendere alcuna attività produttiva: distruzioni da bombardamenti, asportazione dei macchinari da parte dei tedeschi, mancanza di energia elettrica e di collegamenti si uniscono alla irreperibilità di materie prime in un'Italia non ancora liberata(...).

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