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Il ritorno alla democrazia: le elezioni del 1946 e del 1948 nel territorio provinicialeIl ritorno alla democrazia: le elezioni del 1946 e del 1948 nel territorio provinicialeIl ritorno alla democrazia: le elezioni del 1946 e del 1948 nel territorio proviniciale

Il ritorno alla democrazia le elezioni del 1946 e 1948 nel territorio provinciale - Andrea Girometti

(estratto da Per una geografia elettorale provinciale in La Provincia di Pesaro e Urbino nel Novecento. Caratteri, trasformazioni, identità, a cura di A. Varni, Marsilio, Venezia 2003).

Introduzione

La rinascita in ambito nazionale del processo democratico, dopo una ventennale esperienza dittatoriale segnata dal totalitarismo fascista,  ha riproposto nel territorio pesarese il “riemergere”(1) di una esperienza di egemonia politico-culturale delle organizzazioni del movimento operaio. Peraltro nel  periodo prefascista non era rintracciabile un radicamento subculturale propriamente detto, il quale si concentrava principalmente sulle zone dell’Emilia e della Romagna, sino ad interessare alcune province contigue (Rovigo e Mantova) e ad altre realtà urbane interne alla Toscana. L’emergere nella provincia pesarese di una omogeneità territoriale - che rimanda ad un panorama economico sostanzialmente caratterizzato da fratture meno profonde nei rapporti di produzione -  produce differenza rispetto alle aree esterne e il dispiegamento di legami solidali che tendono a recuperare ed integrare diversi soggetti sociali accomunati, almeno parzialmente, da forme più o meno evidenti di esclusione. Il radicamento subculturale in tale contesto sarà una conquista piena a partire dai primi anni della Repubblica. Peraltro, oltre alla capacità di aggregazione e mediazione degli interessi a livello locale, proprio la presenza e l’elevato grado di consenso per una determinata forza politica, nel nostro caso il PCI, si mostrerà, come in altre realtà similari a prescindere dal tipo di egemonia politica, come un tratto nient’affatto residuale, bensì rappresenterà una delle precondizioni necessarie per lo sviluppo di un’economia diffusa(2).  L’egemonia comunista andrà progressivamente a sostituirsi a quella socialista. Le cause principalmente rimandano a due questioni: la forte presenza del PCI nell’antifascismo militante organizzato ed il ruolo assunto dalla guerra di Liberazione in tutta l’area del Centro-Italia. In entrambi i casi i comunisti sapranno presentarsi come il punto di riferimento per la difesa della società locale dall’occupazione nazi-fascista. Inoltre, anche nel contesto a cui ci riferiamo, il PCI si connoterà come una forza più comunitaria che specificamente di classe (...).

 

1 Cfr. C. Trigilia, Grandi partiti e piccole imprese. Comunisti e democristiani nelle regioni ad economia diffusa, cit. p. 149
2 Cfr. A. Bagnasco, Le tre Italie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano, Bologna, Il mulino, 1977

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