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il giovedì 17 novembre 2022 alle 19:31 - pubblicata da 1 anni
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Partito della guerra, partito della pace / incontro / sabato 19 novembre 2022 ore 17.00

Sabato 19 novembre, ore 17.00  presso la Biblioteca Bobbato - Pesaro, Galleria dei Fonditori n. 64 si svolgerà l’iniziativa pubblica PARTITO DELLA GUERRA, PARTITO DELLA PACE con il seguente programma:

INTRODUCE Federico Losurdo, Docente di Diritto pubblico

NE DISCUTONO:

Emiliano Alessandroni, Filosofo della politica

Oriano Giovanelli, Direttore di Italiadecide

Marco Labbate, Ricercatore di Storia contemporanea

Antonio Cantaro, Docente di Diritto costituzionale

DIBATTITO

Nel corso dell’iniziativa sarà presentato il numero sette di fuoricollana.it, dedicato a “Guerra economica ed economia di guerra”.

Incubo e realtà. Ci avevano autorevolmente rassicurato all’inizio di questo ennesimo anno horribilis che la guerra in senso classico è roba di altri tempi. E, a modo suo, ci aveva rassicurato anche Vladimir Putin annunciando urbi et orbi che l’invasione dell’Ucraina era una ‘semplice’ operazione militare speciale. Incubo e realtà. Ci hanno altrettanto autorevolmente rassicurato che tecnicamente “l’incidente nucleare” è sempre possibile, ma è altamente improbabile. Nel frattempo in questi mesi ne sono stati sfiorati a decine, mentre a tacere è stato messo il gravissimo danno ambientale generato dalla enorme fuga di gas prodotta dagli attentati al gasdotto Nord Stream e, sempre più assordante, è il generale ‘rompete le righe’ intervenuto sul terreno della transizione energetica. Nel frattempo gli incubi si moltiplicano e le bugie più che mai hanno le gambe corte. La retorica che la più grande guerra economica (sanzioni, ma non solo) degli ultimi decenni ci avrebbe condotto alla pace o quantomeno ad una pacificazione non regge all’evidenza dei fatti. I fatti dicono che la guerra economica è oggi più che mai la continuazione della guerra militare con altri mezzi, che stiamo entrando in una economia di guerra e che ci attende un doloroso autunno, freddo e caldo da tutti i punti di vista. Una nuova condizione che viene irresponsabilmente e superficialmente evocata dalla generalità dei media come se si trattasse di un evento ineluttabile verso il quale ci adatteremo grazie a quella fantomatica resilienza che dalla pandemia in poi condisce il lessico quotidiano dei nostri governanti. Non dovremmo, insomma, essere allarmati più di tanto. In particolare non lo dovremmo essere noi italiani in quanto il nostro paese non è alle prese con una ristrutturazione del sistema produttivo diretta ad indirizzare la produzione verso il settore degli armamenti, né deve ricalibrare la spesa pubblica per finanziare il dispiegamento di forze armate su un teatro di guerra, anche se molte risorse economiche sono state impegnate in questa direzione. Ma il fatto che non stiamo ancora ad una economia di guerra in senso letterale (all’adeguamento, cioè, di tutto il sistema economico e sociale alle necessità di una guerra) non significa affatto che non siamo investiti da tutti quei fenomeni (inflazione, recessione, crisi energetica, razionamento, crisi aziendali, licenziamenti) che richiamano alla mente la situazione di un paese in guerra.

La partecipazione all'iniziativa è riconosciuta mediante attestato valido ai fini della formazione in servizio dei docenti. Per le iscrizioni, inviare una mail a iscop76@gmail.com indicando dati anagrafici, istituto di appartenenza e numero telefonico. L'Istituto Nazionale Ferruccio Parri (e la rete degli Istituti associati tra i quali ISCOP) è soggetto qualificato dal MIUR per la formazione del personale della scuola - Direttiva n° 170/2016 (R.Q. n° 872 del 1.12.2016).