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il lunedì 23 ottobre 2017 alle 15:59 - pubblicata da 6 anni
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Mors tua, di Matilde Serao. Una voce di donna contro la Grande Guerra - 28 ottobre ore 17.30 - Auditorium Università dell'Età Libera

Sabato 28 ottobre 2017 ore 17.30

Auditorium Università dell'Età Libera (Via Nanterre - Campus scolastico - Pesaro)

MORS TUA, di Matilde Serao

Una voce di donna contro la Grande Guerra

voce recitante Lucia Ferrati

introduce Barbara Montesi

La Grande Guerra portò rilevanti cambiamenti nella vita delle donne italiane, che, con la maggior parte degli uomini impegnati nel conflitto, furono costrette a misurarsi con nuove responsabilità e ruoli. Dal ’14 al ’18, nelle città e nelle campagne, le donne dovettero rimpiazzare in modo massiccio i soldati partiti per il fronte. Con il lavoro e l’impegno sociale conquistarono, così, anche nel campo dell’autonomia personale, spazi mai conosciuti prima. Anche molte intellettuali offrirono il proprio contributo mediante la scrittura, preziosa testimonianza di questa profonda trasformazione sociale; che determinò, peraltro, anche una rivoluzione culturale ed ideologica che investì in primo luogo l’atteggiamento dell’intellettualità femminile nei confronti della guerra stessa. La prima fase di generale, entusiastico interventismo, durante l’arco bellico, si muterà, infatti, in molte scrittrici, in aperta condanna del conflitto. Esemplare, a tal proposito, l’esempio di Matilde Serao, prima donna a dirigere un quotidiano, «Il giorno di Napoli»; antesignana del giornalista moderno, nata a Patrasso il 7 marzo 1856 e morta a Napoli, il 25 luglio 1927. Nel saggio Evviva la guerra del 1912 Serao offre una prospettiva che si adatta all’ideologia nazionalista dell’epoca e al desiderio di risolvere, attraverso il colonialismo, i problemi economici interni. Si celebra in modo aulico e attraverso toni retorici lo spirito di patriottismo che infiamma gli italiani. La guerra qui non è orrore, ma euforia: lo spazio per la sofferenza è ridotto, perché a emergere è la dignità nazionale che considera l’evento bellico una forza purificatrice in grado di portare a una situazione di concordia e di fratellanza tra i soldati. Nell’opera successiva, Parla una donna. Diario femminile di guerra, maggio 1915 - marzo 1916, fin dalla prefazione, Serao si interroga sul ruolo attivo dello scrittore di fronte alla guerra:

scrivere? Che cosa, scrivere? Che cosa osare, ma, di scrivere, versi d’amore, prose di romanzo? Mentre la guerra arde, divampa, distrugge, come raccogliersi per comporre delle povere piccole storie, per misurare i ritmi di alcuni versetti? Come chiudere le finestre dell’anima al rombo terribile per ascoltare l’antica voce interiore, che ci parlava senza labbra? (...) Esiste la guerra: ma è una realtà senza parole: ma è una tragedia senza poeta.

La poesia, ‹‹arte vaga››, diventa inadatta a rappresentare la morte di tanti giovani che hanno versato il loro sangue in trincea. L’evento bellico “arde, divampa, distrugge” e il “fremito lungo di angoscia” affligge chi aspetta a casa i soldati. Serao avvicina il suo sconforto a quello di altre donne, sue “sorelle”, e spera che la sua scrittura abbia la forza di esprimere i sentimenti di una donna qualunque di fronte all’orrore che sta accadendo attorno a lei. Ma è nel suo ultimo romanzo, Mors Tua, che il rifiuto di Serao per la guerra e i suoi orrori diviene netto e deciso. Il romanzo, pubblicato nel 1926, (e che sarà accusato da parte del fascismo di ‹‹pessimismo apocalittico››) narra la storia di diversi personaggi durante l’attesa della guerra e la sua conclusione. Loreta Leoni e Carletto Valli sono pronti a rimanere uniti sotto il fuoco nemico. Marta Ardore vive con l’angoscia di perdere il figlio, come già le successe col marito. Don Lanfranchi rifiuta di cedere al Dio biblico delle battaglie e vuole credere nel Cristo della pace e della solidarietà al punto di decidere di abbandonare tutto per tenere fede ai propri principi. Come un incubo, sulle teste dei protagonisti di questo romanzo corale, incombe la minaccia della Grande Guerra che si rivelerà l’evento bellico più devastante della Storia umana finora conosciuta, “capace di sterminare una generazione, e di avvelenare i giovanissimi superstiti con un odio per lo straniero in cui Serao sembra voler indicare le radici del fascismo”.

la locandina

Lo spettacolo rientra nel progetto DOCUMENTARE IL TEMPO. Visioni dalla Grande Guerra che è stato selezionato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell'ambito delle iniziative per le Commemorazioni del centenario della Prima guerra mondiale. L’ISCOP  è parte della Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (ex Insmli) riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il Miur (L'Istituto Nazionale Ferruccio Parri con la rete degli Istituti associati ha ottenuto il riconoscimento di agenzia formativa, con DM 25.05.2001, prot. n. 802 del 19.06.2001, rinnovato con decreto prot. 10962 del 08.06.2005, accreditamento portato a conformità della Direttiva 170/2016 con approvazione del 01.12.2016 della richiesta n. 872 ed è incluso nell'elenco degli Enti accreditati). I docenti che si iscriveranno potranno richiedere un apposito attestato di partecipazione. Per le iscrizioni, inviare una mail a iscop76@gmail.com indicando dati anagrafici, istituto di appartenenza e numero telefonico