Il presente percorso espositivo prende forma da una specifica progettualità promossa dal Comune di Pesaro in collaborazione con il Liceo Scientifico “G. Marconi” di Pesaro e la Biblioteca-Archivio “V. Bobbato”, sostenuta dalla Regione Marche nell'ambito della legge regionale per il 60° anniversario della Liberazione e della nascita della Repubblica.
Il progetto didattico e di ricerca ha mirato a coinvolgere in un percorso di scoperta, raccolta ed elaborazione di fonti storiche, sul secondo conflitto mondiale e la Linea Gotica, alcune classi del Liceo che sotto la guida delle loro insegnanti, hanno positivamente interagito con gli storici e i ricercatori della Biblioteca Bobbato. Questa stretta collaborazione ha fruttato parecchi risultati in larga parte realizzati dai ragazzi: un video-documentario sulla strage di Piazzale degli Innocenti a Pesaro, dei percorsi multimediali veri e propri itinerari nella memoria della guerra nella città di Pesaro e nel territorio provinciale e un percorso espositivo. Quest'ultimo si propone di presentare alla cittadinanza una breve carrellata figurativa e testuale sulla memoria della città capoluogo che nel secondo conflitto mondiale divenne baluardo orientale della Linea Gotica, linea militare difensiva mediterranea posta dai tedeschi ad ostacolo dell'avanzata delle truppe alleate lungo la Penisola verso il Nord.
Dieci pannelli, corredati da fotografie d'epoca e da brevi testi esplicativi, invitano ad una riflessione, ad un approfondimento sulla città, sulla sua storia, sui traumi che ha subito e con essa la sua popolazione.
Dare una dimensione temporale ad alcuni luoghi, legarli alle storie e alle vicende di cui sono stati scenari e spesso come per le vite dei protagonisti di queste storie ne hanno subito profondissime lacerazioni.
Si è volutamente operata una selezione. Ci si propone quindi di fornire alcuni spunti di lettura semplici e per certi versi, per i giovani che vi hanno lavorato e per i loro coetanei, certamente inusuali della città che si trovano a vivere tutti i giorni nella loro quotidianità così diversa, per fortuna, da quella mostrata in questi pannelli.
Lo scopo è quello di riscoprire aspetti della città dimenticati, spingere a intraprendere un proprio personale itinerario di memoria arricchendolo magari della memoria propria, del proprio quartiere, della propria famiglia (genitori, nonni, conoscenti).
Ogni anno che passa questa trasmissione di memoria e di passato diventa sempre più importante in quanto i testimoni diretti di quei giorni per l'inevitabile incedere degli anni divengono sempre di meno e abbiamo la sensazione che una parte della città si impoverisca allo svanire di questa conoscenza soprattutto in relazione a vicende così epocali e rilevanti per la storia dell'intera comunità.
Questo tanto più in quanto le storie qui narrate, quelle legate a questi luoghi e a quegli eventi, sono storie drammatiche, spesso tragiche e terribili dense di atti di coraggio e di viltà, di valori ideali alti e di nefandezze e crimini meschini.
Dopo quei mesi di guerra che seguivano ad un lungo ventennio di dittatura nulla resterà come prima, su quelle ferite, da quelle macerie nascerà una consapevolezza nuova una nuova coscienza civile che fu prima del movimento di liberazione e che divenne linfa viva per le nuove istituzioni democratiche, per la rinascita dell'intero tessuto sociale. Quei ricordi costituiranno un vaccino forte contro la guerra e la dittatura, una spinta alla pace al pluralismo, alla democrazia e ad una maggiore giustizia sociale che è stata motore dello sviluppo del dopoguerra e che è alla base del nostro presente. Ecco perché dimenticarla ci lascia certamente più poveri e più fragili.