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Gaetano Sanchini

Intervista di Massimo Lodovici

Mi chiamo Sanchini Gaetano, nato a Montelabbate, alla periferia di Pesaro, il 18/12/1924. Vengo da una famiglia di antifascisti. Mio padre era un po' preso di mira dai fascisti. Il fratello di mio padre era un dirigente anarchico. Dirigeva "La frusta". Già nel '35 sono venuto a stare a Pesaro. Finite le elementari ho iniziato a lavorare. L'ambiente che ho trovato era già il mio che avevo in famiglia. "Non è stato difficile avere certe idee, certi orientamenti. Non è stato un pregio". Io ho 4 sorelle: Aurora, Leda, Libera e Atea. E' tutto un programma. L'ultimo sono io e porto il nome del nonno. A 11-12 anni ho iniziato ad andare a lavorare con mio cognato, anche loro erano antifascisti. Si lavorava per la ditta Pierangeli-Cangiotti che era tradizionale per l'antifascismo a Pesaro: tutti gli antifascisti lavoravano da loro. Spesso si cantava Bandiera rossa anche sotto il fascismo. Questa è la mia educazione, fino alla guerra partigiana. Non vi ho preso parte perchè ero molto giovane e perchè non ho avuto occasione. Non ho avuto contatti con chi poteva indirizzarmi. Mi prelevarono durante la Rsi, ma non mettemmo mai una divisa, ci portarono a Torino, poi scappammo e venemmo via. Ci hanno catturato a Faenza, un gruppo di delinquenti fascisti. Abbiamo avuto la possibilità di tornare a casa, con l'impegno di tornare. Non siamo mai tornati (alcuni sì). Abbiamo fatto dei lavoretti per tirare avanti anche sotto i bombardamenti, con mio cognato, per tirare avanti. Sono stato per diverso tempo nascosto, da sfollato. Passato il fronte siamo tornati a Pesaro, in mezzo alle macerie. Prima necessità: riparare il tetto della casa (abitavo nei pressi della fabbrica Benelli). Si ricominciò a lavorare, c'era da fare parecchio, ci si adattava, coi muratori ecc. Poi piano piano mi rimisi a fare il mio lavoro. Dopo pochi mesi mi iscrissi al partito, il primo incarico fu quello di responsabile sindacale della sezione. 1946: costruita una bozza di sindacato edili. Assemblea per costituire una struttura più organizzata: presso la sede del Psi. Nell'occasione si nominò il Comitato direttivo (una quindicina di persone). Qualche giorno dopo ci si riunì per fare gli incarichi (in genere era tutto stabilito). Fu proposto un compagno che non aveva nulla a che fare con gli edili, accolse con un entusiasmo molto tiepido. Bertini ritirò la proposta e sollecitò un altro nome. Fui proposto io. Accettai.

Principali aspetti biografici:
- sindacalista nel settore edili nel 1946

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