Intervista di Sandro Severi e Anna Della Fornace (1981)
S. Un periodo storico abbastanza limitato nel tempo. Motivazioni immediate e remote di queste lotte sindacali. Condizioni socio-economiche delle campagne.
EDF. Il fascismo nelle campagne non credo sia mai riuscito a creare una sua influenza, i contadini rimangono fondamentalmente estranei al fascismo. Loro partecipazione alle guerre di liberazione. Condizione economica e sociale insostenibile: case, mancanza di tutto. Emarginazione dalla società che il contadino viveva. Impossibile mandare a scuola i figli. Comportamenti del fascismo verso queste categorie. Prepotenza padronale sempre attiva, minaccia di sfratto, richieste di prestazioni feudali. Sfruttamento e umiliazione del lavoro nelle campagne. Matura per questi motivi uno spirito di rivincita, uno spirito di lotta. Ovunque abbiamo avuto una grande partecipazione alla lotta di liberazione. Già durante la lotta partigiana avevamo discusso coi contadini, creato le prime leghe. Non sempre le nostre parole d'ordine avevano l'appropriato supporto di preparazione: esempio la "terra a chi la lavora". Molto c'era intorno al discutere dei soviet. Illusione di una totale rivoluzione delle campagne, della scomparsa dei padroni. Le cose poi andarono diversamente. Insufficienza della nostra direzione. Molta confusione prima di rimettere i piedi per terra, stare alla realtà. Si andò avanti per tre o quattro anni prima di individuare una piattaforma di lotta più concreta, meno "fantasiosa". Il movimento risentiva in alcune zone di forme "anarcoidi" di lotta. In altre zone c'era maggiore organizzazione, disciplina. In alcune zone le forme di estremismo pregiudicarono il proseguio delle lotte stesse: il Pesarese, il Fanese, la valle del Metauro, la valle del Foglia hanno interpretato abbastanza bene il movimento con risultati positivi.
Principali aspetti biografici:
- sindacalista nella ferdermezzadri dal 1946